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Documentazione
Materiale Studio Forme - Roma
 

Vetro

 

 
PROPRIETÀ TERMICHE ED OTTICHE
 
Conducibiltà - Viscosità - Proprietà ottiche - Indice di rifrazione

Conducibilità

La conducibilità termica nel vetro è assai piccola ed anche di difficile misurazione. La maggior parte dei materiali si espande quando sono riscaldati e si contrae quando vengono raffreddati. I vetri medievali sembrano avere un coefficente di dilatazione maggiore a quello dei vetri moderni.

Viscosità

La variazione della viscosità per effetto della temperatura è assai rimarchevole nel vetro. Il vetro è considerato generalmente un materiale rigido, ma diventa plastico se sottoposto ad elevate temperature (circa 900°), e in quanto divenuto liquido viscoso può essere lavorato in molte maniere ed in differenti forme. La viscosità di un liquido è la misurazione della resistenza di un liquido quando scorre su una superficie orizzontale. I vetri, allo stato liquido, sono molto più viscosi degli altri liquidi ordinari. Per il vetro la viscosità è legata alla sua composizione e alla temperatura.

Proprietà ottiche

Quando la luce colpisce i vari tipi di vetro, può dare origine a seconda della composizione o della lavorazione a fenomeni ottici diversi, come la trasparenza, la diffusione, la riflessione, l'assorbimento. Il vetro comune trasmette le lunghezze d'onda della luce visibile e le radiazioni dei raggi ultravioletti e infrarossi. Un raggio di luce che attraversa un vetro è sempre parzialmente assorbito e questo assorbimento è proporzionale allo spessore del vetro. Quando si ha un vetro fabbricato con materie prime pure, ed è incolore, l'assorbimento totale è minimo, mentre per i vetri colorati si è notato che la quantità di luce assorbita ed il conseguente potere di colorazione varia a seconda degli ossidi presenti nella composizione del vetro e dalla loro concentrazione. I solidi generalmente non sono trasparenti, fatta eccezione di alcuni cristalli come il quarzo, infatti la trasperenza è principalmente una caratteristica dei liquidi. Il vetro come un liquido è formato da una larga molecola che non presenta superfici interne o discontinuità e ha una dimensione che si avvicina alla lunghezza d'onda della luce visibile. Conseguentemente la luce può passare attraverso il vetro anche senza modificare l'angolo di entrata quando il vetro è trasparente, chiaro e con superfici parallele. Il vetro trasparente, perciò viene usato per le finestre e può essere specchiato. Se la superficie del vetro è irregolare, se presenta delle sfaccettature oppure se vi sono delle bolle d'aria inglobate, i raggi luminosi tendono in alcuni punti a concentrarsi, in altri a diffondersi a secondo gli "ostacoli" che trovano.

Quando la luce colpisce un vetro opaco come ad esempio il lattimo, i raggi non penetrano, ma per il fenomeno della riflessione vengono respinti; infine se il vetro è colorato, gli ossidi metallici contenuti assorbono alcune lunghezze d'onda, che vengono assorbite creando l'effetto del colore. Questi principi erano noti fin dall'antichità (vedi ad esempio la coppa di Licurgo) e sono basilari per la comprensione della scelta dei colori nelle vetrate.

Indice di rifrazione

Quando un raggio di luce passa dall'aria attraverso un vetro, il rapporto fra il seno dell'angolo d'incidenza e quello di rifrazione è una costante chiamata indice di rifrazione. Questo indice dipende dalla composizione del vetro, dal suo stato fisico, dalla qualità della luce e dalla sua lunghezza d'onda. Se la luce è acromatica, come quella del sole, all'unico raggio incidente corrispondono un'infinità di raggi diversamente rifratti. Questo fenomeno si chiama dispersione della luce. In teoria, la conoscenza degli indici di rifrazione dei vetri medievali, potrebbe essere utile ai restauratori per confrontarli con quelli degli adesivi transparenti usati per incollare i pezzi di vetro fratturati.