A
Abaco.
La tavola sovrapposta al timpano del capitello. È quadrangolare.
Abbazia, Abbadia. Monastero
presieduta da un'abate. Architettonicamente si distingue per la grande
sala capitolare e la chiesa annessa presenta un ampio coro con chiostro.
Abetella, Sostacchina. Nella
carpenteria del cantiere edile, elemento ligneo di dimensioni che vanno
da 11x13 cm, a 13x16 cm e lunga circa 4 metri. Costituisce un elemento
standard per lavori vari.
Abside, Tribuna, Apside. È
la parte semicircolare nel coro delle chiese, costituita da una struttura
semicircolare sulla quale si svolge una volta a calotta semisferica detta
catino.
Acanto. Pianta erbacea (dai botanici
chiamata acanthus mollis e branca ursina) a lunghe e larghe foglie intagliate,
dai Greci originariamente applicata per ornamento del capitello corinzio
di cui è la decorazione basilare. Alterata in seguito nelle sue forme,
fu poi riprodotta fedelmente nello stile gotico. Per i Greci era spinosa,
per i Romani molle nella rappresentazione.
Accapezzatura. Sbozzamento di pietre
in modo che possano combaciare fra di loro.
Accollo. Parte di muro sporgente sostenuta
da mensole o altro tipo di supporto.
Acrolito. Nella scultura greca arcaica,
tipo di statua con le parti in vista di marmo, avorio o pietra ed il resto
coperto da panneggi, in legno.
Acropodio. Piedistallo di statua.
Acroterio. Qualunque concetto architettonico
od ornamentale sovrimposto al colmo dei frontispizi.
Adito. Parte più interna dei templi
antichi; accessibile ai soli sacerdoti, e da cui era bandito il popolo.
L'unico ben conservato è l'adito del piccolo tempio di Pompei, nell'interno
del quale si rinvenne la Diana, di stile arcaico, conservata nel Museo
di Napoli.
Adobe. Mattone crudo largo e piatto,
di fango o argilla rinforzato in paglia ed essiccato al sole.
Affresco. Tecnica pittorica che consiste
nell'usare il colore su uno strato di intonaco ancora fresco, che seccandosi
forma un velo vetroso difficilmente alterabile di protezione. Tecnica
di difficile realizzazione, è stata utilizzata prevalentemente per opere
pittoriche, più che per finiture superficiali.
Aggetto. Sporto di una modanatura
o di una cornice o di un elemento architettonico o costruttivo rispetto
alle adiacenti parti della struttura. Nella composizione architettonica
ha importanza fondamentale come elemento determinante degli effetti plastici
e chiaroscurali.
Aggottamento. Operazioni finalizzate
a mantenere asciutto il fondo di uno scavo dalle infiltrazioni di acqua
piovana o di falda.
A giorno.
Si dice di strutture prive di rivestimento o la cui finitura lascia visibile
la struttura.
Agucchia. Apertura di forma stretta
e lunga per dare luce.
Aletta. Parte di pilastro che fiancheggia
una colonna od una parasta.
Allegoria. Relazione di similitudine
o di significato stabilita fra oggetti diversi. Fu usata nell'architettura,
specialmente nelle decorazioni del XII secolo. Ben raramente la usarono
gli antichi. Ne sono però un esempio i due templi fabbricati da Marcello
in prossimità l'uno dell'altro, e sacri, il primo alla Virtù, l'altro
all'Onore. Ed il passaggio materiale che era stabilito dal primo al secondo,
esprimeva il concetto morale della Virtù: per cui si sale all'Onore.
Allettare. Stendere uno strato di
malta sul rustico di opere manufatte (per esempio su un sottostante solaio
per potervi disporre la pavimentazione).
Altàna.Costruzione elevata sul tetto
degli edifici, aperta ed archeggiata.
Altare. L'ara o mensa, sopra la quale
si offrivano o si offrono i sacrifici alla Divinità.
Alto rilievo. Lavoro in scultura,
nel quale le figure hanno parti molto rilevate, o in parte staccate dal
fondo.
Alzata, Elevazione. Si intende
la facciata o fronte di un edifìcio. Per alzata s'intende pure l'altezza,
o la parte verticale di uno scalino.
Ambone. Specie di palco ,nelle antiche
chiese, rilevato di due o tre gradini con parapetto e leggìo infisso per
la lettura dei Vangeli. Più tardi fu trasformato in una tribuna elevata,
con uno o più leggii per ordinario formante divisione fra il quadrilatero
ed il santuario della chiesa.
Ambulàcro. L'andito formato dalla
continuazione delle navate laterali, attorno al coro.
Ammorsamento. Creazione di agganci
diffusi fra diversi paramenti murari, oppure parti diverse di uno stesso
paramento, utilizzando come connessione la stessa trama del laterizio.
Anastilosi. Tipo di restauro monumentale
e architettonico in cui vengono ricomposti i pezzi originali o le parti
mancanti sostituite con elementi nuovi, rifatti, conformi a quelli antichi
o preesistenti.
Androne. Quel passaggio a pian terreno
degli edifici, che dall'uscio d'ingresso mette al cortile interno; e più
propriamente è detto così quello che nei castelli metteva alle opere interne
di difesa.
Anelli. Sono quei tre listelli scaglionati
sopra il fregio del capitello dorico, detti anche regoli o gradetti.
Ancona. Tavola dipinta con immagini
sacre e posta sull'altare e caratterizzata nel Gotico e nel Rinascimento,
dall'inquadratura architettonica che la racchiude. Può indicare anche
la sola struttura architettonica destinata ad accogliere la tavola dipinta,
quando questa abbia particolare qualità e rilevanza decorativa.
Anfiprostilo. Tempio avente un portico
nella facciata davanti, di quattro colonne, detto Pronàos, ed un altro
uguale in quella di dietro, detto Posticum. Tale era il tempio della Concordia
in Roma.
Anfiteatro. Monumento presso i Romani
destinato al combattimento dei gladiatori e degli animali. Esistono ancora
le vestigia degli anfiteatri di Roma, di Capua, di Pola, di Pompei, di
Verona e d'altri in Francia.
Ante. Pilastri o parastate usate alla
estremità degli edifici greci, generalmente dirimpetto ad una colonna.
Il tempio della Vittoria senz'ali sull'Acropoli di Atene, costrutto sotto
Cimone, ha le ante.
Antefissa. Specie di acroterio in
terra cotta o in marmo, sito alle tegole del tetto degli antichi templi,
per mascherare il vano lasciato dalle tegole alla parte inferiore. Ora
si usa specialmente per coronamento sui monumenti sepolcrali.
Antemio. Motivo decorativo a palmette
e fiori di loto, a rami di acanto per fregi, acroteri, antefisse, capitelli.
Antepagmenta, Stipite. Per
i romani elementi decorativi fissati agli stipiti delle porte ed alle
testate delle travi principali delle travi del tempio.
Apoditerio, Spogliatoio. Luogo
della palestra o delle terme, di forma circolare e rettangolare, nel quale
si spogliavano i Romani e deponevano le vesti, sia per gli esercizii ginnici,
sia per il bagno. Stanza in cui i battezzandi adulti lasciavano le loro
vesti, detta pure Apòdito.
Apofice, Cimbia. Lo sporto
di una sàgoma, od anche quel cavetto che unisce le estremità delle colonne
al listello dell'imo e sommoscapo.
Apofisi. Elemento a fascia incavata
che, nell'ordine Dorico o Corinzio, serve a raccordare il fusto e la base
della colonna o il fusto e il capitello.
Appiombo. Posizione perfettamente
verticale di elemento architettonico, secondo la direzione del filo a
piombo, con cui si controlla in corso di opera dicostruzione.
Apside. Vedi Abside.
Arabesco, Grottesco. Gruppi
d'ornamenti formati da graziosi intrecci di fiori, fogliami, frutta, uccelli,
ecc., svariatissimi nelle loro composizioni. Dopo Raffaello, si dissero
anche raffaelleschi. Quelli degli Arabi rivelano uno studio geometrico
profondissimo: ma in fatto di buon gustò i migliori modelli sono quelli
delle opere del Rinascimento.
Arcareccio. Ciascuna delle travi orizzontali
che nell'orditura dei tetti sostengono i correntini, i listelli e le tegole.
Archetto. Arco di piccola apertura
usato con sostegni di varia natura in aggetto sulla muratura o scavato
in questa a mò di nicchia.
Architettura. L'arte dell'inventare,
disporre, e ben edificare gli edifici per usi civili, per usi pubblici,
per difesa, e per uso ommerciale.
Architrave. Detta dai Greci epistilio,
e da altri sopracolonnio, è, quella parte che poggia immediatamente sopra
il capitello delle colonne, cioè quel blocco che si pone dall'una all'altra
colonna o pilastro sopra un vano o vero o finto per alzarvi superiormente
un muro a volta a mezza botte, od altro edificio in modo da chiudere superiormente
un vano quadrangolare.
Archivolto. Fascia larga, che fà aggetto sopra il muro
che va da un'imposta all'altra di un arco nella sua fronte. La sua funzione
è solo formale in quanto non riguarda solo l'aspetto esterno e non la
parte strutturale.
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Arco.
Porzione della circonferenza d'un circolo. In architettura è una
struttura ricavata in un muro o autonomamente sostenuta da due colonne
o pilastri. Secondo l'incurvatura si distingue una tipologia di archi:
- a tutto sesto, o pieno centro, con curvatura semicircolare;
- a sesto scemo, o ribassato, il quale è minore in altezza della metà
della sua larghezza:
- a sesto rialzato, od a ferro di cavallo, che ha un'altezza maggiore
della metà della sua larghezza, e quindi restringentesi alle imposte;
- trilobo
o a foglia di trifoglio formato da più lobi;
- a chiglia, a carèna di nave capovolta.
- rampante che poggia su imposte collocate su diversi livelli;
- polibolo, acuto;
- ellittico, a manico di canestro, ed altri.
Arco contrafforte, Rampante.
Arco con gli appoggi a diversa altezza. Cominciarono ad usarsi alla fine
del XII secolo, onde contro bilanciare all'esterno le spinte delle volte
interne. Semplici da principio, si moltiplicarono in seguito l'un sull'altro
in proporzione delle diverse altezze dell'edificio. Nel secolo XIV e seguenti,
decorati con lusso, si fecero i loro estradossi servire perdocce di spluvio
.
Arco di scarico. Qualunque arco destinato
ad impedire che il peso del muro sovrastante graviti su quanto è sottoposto.
Tali sono quei piccoli archi a scarico delle piattabande di qualsiasi
apertura.
Archi di trionfo. Sontuoso edificio
ad archi, innalzato all'entrata delle città o delle piazze come monumento
di qualche pubblico fortunato evento, o per onorare l'ingresso dei trionfanti
Si dice anche arco trionfale quello che nelle basiliche formava la divisione
fra il quadrilungo e il Presbitèro o Abside.
Arelle. Stuoio di canne.
Arena. È il suolo dell'anfiteatro,
dove si facevano i giuochi ed i combattimenti.
Areostilo,
Vedi Intercolumnio .
Armilla.
Struttura di un arco estradossato costruito con conci radiali di altezza
uguale.
Arpese. Grappa di ferro per tenere
insieme pietre nelle costruzioni.
Arpione, Pollice. Ferro fissato
nel muro per infilarvi l'anello delle bandelle sulle quali girano le imposte
delle porte o delle finestre.
Arriccio,
Arricciato,
Arricciatura. Strato di intonaco di grana grossa che si esegue sul
rustico della muratura e serve da preparazione per gli strati di finitura
a grana fina e superficie liscia.
Arrotatura. Lavorazione di rifinitura
per alcuni tipi di materiali edilizi, effettuata prima o dopo la posa
in opera in modo che i loro bordi si connettono nella maniera più precisa
possibile.
Astragalo, Toro. Membratura convessa
semicircolare a foggia di un grosso anello, che sta generalmente nelle
basi sopra il plinto.
Attapulgite. Argilla con peculiarità
assorbenti utilizzata negli impacchi di pulitura di materiali lapidei
e per l'assorbimento dei sali.
Attico. Denominazione di quel rialzo
verticale sulle cornici di coronamento degli edifici, per solito scaglionato;
sui fianchi, introdotto originariamente dai Greci per mascherare il tetto;
al quale scopo furono nel medioevo applicate anche le balaustrate e gallerie.
Azuleio.
Piastrella di terracotta maiolicata o verniciata, usata per pavimentazioni,
ricche decorazioni o rivestimenti parietali.
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