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Apparati Il restauro delle vetrate

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Restauro Studio Forme - Roma
 

Tipologie e cause di degrado degli elementi costitutivi di una vetrata
VETRO - Degrado chimico

 

 
CORROSIONE
 
Principali fattori di degrado - L'acqua come fattore di degrado - Morfologia - Caratteristiche della zona perturbata - Alterazione della struttura - Il fattore del ph - Liscivazione del vetro - Tipologia dei prodotti di corrosione - Lo strato idratato - Cause: composizione del vetro - Corrosione e vetri colorati - Cause ambientali - Vantaggi del dilavamento - Corrosione sul lato interno - Corrosione e grisaglia - Corrosione lungo i profilati di piombo

 

Principali fattori di degrado

I fenomeni pricipali di altarazione si manifestano, nella maggior parte dei casi, in presenza di un vetro con una instabile composizione chimica, più aggredibile dagli agenti atmosferici. Fattori di degrado sono i fenomeni di dilavamento, gli attacchi di microrganismi, le vibrazioni e inadeguati interventi di restauro.

PRINCIPALI FATTORI CHE INFLUENZANO LA CORROSIONE
RELATIVI AL VETRO Composizione chimica
Storia termica, tensioni nella superficie vitrea
Stato della superficie (abrasioni, omogenità ...)
AMBIENTALI Umidità relativa (condensa, dilavamento ...)
Ph della soluzione
Tempo di esposizione (continuo, ciclico)
Temperatura
Composizione della soluzione (agenti inquinanti)


L'acqua come fattore di degrado
Microcrateri corrosione

In determinati casi di instabilità chimica della materia vetrosa l'acqua, sottoforma di precipitazioni, umidità e condensa, presente nell'atmosfera può essere un agente di deterioramento del vetro e nel caso specifico delle vetrate, questi fenomeni possono verificarsi sia internamente che esternamente al pannello.
La combinazione dell'acqua con elementi derivati dall'inquinamento, in particolare il biossido di zolfo, è responsabile di molti tipi di degrado, in quanto produce soluzioni corrosive e può formare dei depositi. Gli effetti di questi elementi dipendono inoltre da fattori come il tempo di esposizione agli agenti atmosfrerici (che può essere continuo o ciclico) e la temperatura. Possiamo individuare tre stadi di questo tipo di degrado. Inizialmente infatti è l'acqua che attaccando il vetro produce idrossidi; quindi segue la successiva conversione degli idrossidi in carbonati dovuti all'anidride carbonica presente nell'atmosfera; e infine, per l'azione degli elementi inquinanti in particolare dell'anidride solforosa (SO2), la conversione dei carbonati in solfati.


Morfologia

Gli effetti del deterioramento possono variare in base al tipo di vetro e alla sua superficie. Il vetro corroso dall'azione dell'acqua presenta solitamente una microporosità che permette agli agenti inquinanti di penetrare in profondità ed estendere l'azione corrosiva; il fenomeno può iniziare in aree limitate per poi propagarsi su tutta la superficie della vetrata. La corrosione sembra generalmente partire dalle parti più esterne delle tessere vitree, in quanto l'umidità viene catturata meglio nell'interstizio esistente tra listello di piombo e vetro. La formazione di una pellicola uniforme di gesso sembra essere il primo stadio della corrosione dei vetri ricchi di ioni alcalini. Un deterioramento più avanzato conduce alla presenza di singenite. Questa patina crea uno schermo al passaggio della luce attraverso i vetri, li rende opachi oscurandoli, modificandone il cromatismo. Al di sotto dei prodotti di corrosione poi si individuano delle zone perturbate di diversa natura.

Caratteristiche della zona perturbata
Corrosione profonda

Con l'utilizzo della microsonda elettronica si può osservare, all'interno di un cratere dovuto alla corrosione, la ripartizione dei differenti elementi formatori e modificatori. Il potassio, il manganese e il calcio emigrano dalla zona perturbata del cratere verso l'esterno, cioé verso gli agenti corrosivi, il magnesio sparisce quasi totalmente e la presenza del calcio non è uniforme: la periferia del cratere, luogo di scambio privilegiato, è una zona molto povera di questo elemento. Nelle fessure che separano la periferia dal centro, troviamo dello zolfo che conduce alla localizzazione di gesso, mentre lo scheletro della parte centrale del cratere (blocchi molto ricchi di silice in corso di decoesione) presenta un importante concentrazione di calcio. La periferia, inoltre e più precisamente la banda di scambio, è deficitaria di fosforo, ione formatore del reticolato. Se quindi il meccanismo globale dell'alterazione è ben determinato (estrazione di alcalini del vetro da parte dell'acqua o da una soluzione acida dovuta alla presenza di CO2 e SO2 nell'atmosfera e formazione finale di solfati), le sue fasi non lo sono: possono verificarsi sia la formazione di idrossido che di fosfato e di solfiti e di bisolfiti. L'apparizione e la trasformazione di questi differenti composti dipendono dalla loro stabilità e dalla loro solubilità comparate.

Alterazione della struttura

Una volta iniziato il processo di corrosione, gli ioni calcio vengono estratti dal reticolato disgregato e formano dei sali solubili igroscopici che peggiorano il fenomeno di alterazione in quanto si ricristallizzano nelle microfratture propagandosi così nel vetro. Il vetro è costituito da un edificio di atomi di ossigeno in cui la rigidità proviene dalla forza dei legami con gli atomi di piccole dimensioni che sono i "formatori". Gli atomi estranei o "modificatori" si introducono nei vuoti di questo edificio. Tutte le proprietà del vetro dipendono essenzialmente dal rapporto modificatori/formatori: si può semplificare affermando che la resistenza del vetro a tutte le sollecitazioni meccaniche, termiche o chimiche, decresce se questo aumenta.

Il fattore del ph
Corrosione superficiale

Il carattere dell'alterazione del vetro è strettamente legato al pH della soluzione: o un attacco acido conduce all'eliminazione di ioni alcalini o alcalino-terrosi, con formazione di uno strato superficiale di silice, generalmente non aderente; questo tipo di attacco è il meno distruttivo; o un attacco basico conduce all'alterazione dei legami fondamentali Si-O-Si e porta alla disgregazione del materiale; o un attacco dell'acqua provoca l'estrazione di ioni alcalini o alcalino-terrosi dalla superficie e, se la soluzione alcalina formatasi non è eliminata, il processo diviene simile a quello di tipo basico. La velocità di diffusione è indipendente dal pH del mezzo fino ad un valore di circa 9, e corrisponde ad una diminuzione della nascita degli alcalini e ad un aumento della nascita della silice. In una soluzione in cui il pH è vicino a 9, la velocità di deterioramento del reticolato silicio cresce quando il pH aumenta. Quando un vetro è attaccato dall'acqua non ci sono fasi di equilibrio dal momento che i diversi componenti non passano in soluzione nelle stesse proporzioni rispetto a come sono presenti nel vetro. La silice continua a passare in soluzione fino a che sono presenti ioni alcalini e quando tutti gli alcalini sono scomparsi il fenomento si arresta.

FATTORE PH TIPO DI ATTACCO VELOCITÀ DI REAZIONE CARATTERISTICHE DELLA REAZIONE ALTERAZIONE DEL VETRO
PH > = 9

acido/neutro;
meno distruttivo

reazione lenta, accellera rapidamente e poi rallenta fino a fermarsi nei vetri durevoli formazione di uno strato idratato, privo di alcali, con silice e ossidi stabilizzanti rallenta lo scambio di protoni dalla soluzione e di alcali dal vetro
PH < 9

basico; distruttivo

più veloce quanto più è alto il ph dissoluzione dei legami silicio - ossigeno soluzione dei componenti del vetro


Liscivazione del vetro

L'inizio della corrosione avviene in genere per punti, in corrispondenza di zone di evaporazione di goccie d'acqua o di microdifetti della superfice. Il processo di attacco dell'acqua è caratterizzato dall'idrolisi dei legami Si - O - X (dove X è uno ione alcalino) e si effettua per diffusione. Si suppone che l'interfaccia vetro/acqua si corroda a velocità costante e che la diffusione del catione lisciviato nell'interfaccia stessa sia controbilanciato dalla diffusione verso l'interno di ioni idrogeno provenienti dall'acqua. Questo scambio di ioni in cui il vetro riduce gli ioni alcalini si chiama "lisciviazione in alcalini del vetro". L'attacco alcalino non è selettivo e non si verifica sui componenti secondari ma spezza i legami fondamentali della silice. La velocità di questo tipo di attacco è variabile ma comunque va in profondità. La soluzione alcalina attacca visibilmente il vetro se il valore del pH è maggiore di 9, questo è il motivo per cui i prodotti di scambio degli ioni non devono accumularsi; inoltre i detergenti alcalini devono essere evitati. Gli acidi non attaccano il vetro a meno che il contenuto di calcio del vetro non superi di molto il 10%. Successivamente gli idrossidi reagiscono con l'anidride carbonica dell'atmosfera e formano carbonati che in presenza di anidride solforosa, presente nell'inquinamento atmosferico, diventano solfati solubili e perciò il calcio e il potassio presenti nel vetro si trasformano in gesso e singenite.

Tipologia dei prodotti di corrosione
Depositi di corrosione

Corrosione in placche con presenza di gesso e singenite:
I prodotti di corrosione come gesso e singenite sono molto friabili e la zona sottostante è frammentata da numerosissime fessure e la cui aderenza alla parte sana del vetro è debole. L'analisi alla microsonda mostra che la parte attaccata è delimitata in modo molto netto e che la sua profondità è nell'ordine di 150 µm. All'interno di questo "bordo" l'assenza del potassio e del manganese è totale, il calcio estratto dal reticolo silicico si concentra nelle fessure e lo zolfo sembra adottare una ripartizione quasi omogenea.
Erosione con cristallizzazione di fasi tipo quarzo e cristobalite:
Il microscopio rivela un tipo di corrosione che presenta delle cristallizzazioni tipo quarzo e cristobalite. In queste placche il fosforo è presente in modo molto debole, il piombo, al contrario, appare nettamente nelle scaglie con un'intensità che sembra poco compatibile con il tenore in PbO (O,009%) dato dall'analisi effettuata per assorbimento atomico. Ciò lascia supporre una concentrazione di questo elemento sulla superficie.
Strati spessi di calcite:
Questo fenomeno di opacizzazione dovuto al deposito sembra sia determinato da un apporto esterno, poichè le analisi non indicano alcuna variazione del tenore in calcio nelle vicinanze della superficie.

Lo strato idratato

Se i prodotti di attacco sono portati via da un passaggio costante d'acqua, la reazione produce un gel di silicio idratato, denominato "strato idratato" o "vetro idrogeno" (perché ricco di idrogeno) che grazie al suo spessore ritarda la velocità di attacco. La formazione di uno strato ricco di silice sulla superficie dei vetri alterati può essere considerata come protettrice contro una più ampia corrosione. Però la superfice che ne risulta è porosa e non impedisce lo scambio degli ioni alcalini presenti nel vetro inalterato che si trova al di sotto. Alcuni vetri sembrano formare uno strato idratato più spesso degli altri: ciò dipende dalla composizione del vetro e dalle condizioni cui è sottoposto.

Cause: la composizione del vetro

La corrosione varia a seconda della composizione del vetro.
Il vetro durevole, ricco di silicio e calcio regge meglio all'attacco atmosferico. Il vetro povero di silice, ma ricco di potassio si copre con una crosta di singenite (K2Ca(SO4) 2+H2O). Il vetro la cui composizione è una media tra questi due tipi si corrode uniformemente, con dei microcrateri in superficie. In questo caso si forma la crosta composta di gesso. I vetri calcio-potassici, diffusi in Italia soprattutto in Toscana e Umbria, erano fabbricati con ceneri di felce, quercia e faggio, ricche di potassio. Vetri più stabili erano quelli che venivano prodotti a Venezia, dove come fondente veniva impiegata la cenere di piante locali ricche di sodio. I prodotti di corrosione che ricoprono la superficie del vetro, costituiti da solfati molto igroscopici, provocano a loro volta una ritenzione di umidità. La quantità di umidità trattenuta da questi prodotti dipende direttamente dall'umidità relativa dell'atmosfera e può raggiungere 5mg/cm2 quando l'umidità relativa sale a 90%. Questi prodotti perciò favoriscono e accellerano la decomposizione delle vetrate, essendo l'acqua uno degli agenti più corrosivi.

Vetro durevole

vetro sodico

vetro potassico

SiO2>56%
12%<Na2O<15%
54%<SiO2<61%
4%<K2O<14%
6,5%<K2O+NaO2<15,5%
15%<CaO<28%
Vetro corroso da "pitting"
vetro potassico
48%<SiO2<61%
15,5%<K2O<17,5%
15,5%<K2O+Na2O<18,5%
12%<CaO<20%
Vetro corroso con incrostazoni
vetro potassico
46%<SiO2<52%
17%<K2O<27%
20%<K2O+Na2O<28%
11,5%<CaO<20%

Corrosione e vetri colorati

All'interno di una stessa vetrata si assiste spesso ad una maggiore o minore resistenza alla corrosione dei vetri di diverso colore. Ciò è dovuto alla diversa reazione che i componenti della materia vetrosa hanno rispetto alla aggressione chimica. In occasione del restauro della vetrata di Giovanni di Bonino del Duomo di Orvieto le indagini diagnostiche hanno messo in evidenza due tipi principali di vetro, con diverso grado di resistenza al fenomeno della corrosione:
- un vetro blu che presenta una buona resistenza chimica avendo una composizione sodico-calcica ed un elevato tenore di silice;
- un vetro rosso, ottenuto mediante il sistema di incamiciare uno strato di vetro colorato tra due strati di vetro incolore, che presenta una composizione calcico-potassica non ben bilanciata, a basso contenuto di silice e perciò manifesta un esteso e diffuso fenomeno di corrosione.

Cause ambientali

Le vetrate antiche presentano quasi sempre alterazioni dovute all'ambiente e ai fenomeni di condensa e dilavamento, di condensa ed evaporazione. Anche una piccola quantità d'acqua, sciogliendo gli alcali estratti dal vetro può provocare la reazione di corrosione. Infatti se permangono delle goccioline d'acqua sulla superficie del vetro, in quei punti si manifesta il processo di corrosione, che avrà un aspetto puntiforme. È stato osservato che cicli di condensa e di evaporazione causano meno danni che un'esposizione continua all'umidità.

Vantaggi del dilavamento

Se la condensa è così pesante da formare delle goccioline, assorbite in una leggera pellicola, che è sufficientemente spessa da scivolare via sulla superficie, i prodotti alcalini dovuti alla corrosione sono trascinati via e il fenomeno sarà di entità ridotta.

Corrosione sul lato interno

La condensa può manifestarsi anche all'interno della chiesa in cui è costudita la vetrata, soprattutto per il recente uso di sistemi di riscaldamento dell'aria, ma solo occasionalmente la superficie interna può essere più corrosa di quella esterna.

Corrosione e grisaglia

Anche la grisaglia cotta può incidere sulla durevolezza del vetro sottostante. Ad esempio alcuni tipi di grisaglia possono sia inibire processi di corrosione che provocarli, a secondo dei casi. È stato dimostrato che spesso le velature poste sul lato esterno dei vetri per rinforzare la pittura, che si trova internamente, facilitano i processi di corrosione, in quanto per la loro porosità trattengono l'acqua più a lungo.

Corrosione lungo i profilati di piombo

Nelle vetrate i fenomeni di corrosione aumentano lungo i fili di piombo. Questo accade per due motivi: la fuoriuscita dello stucco dall'interstizio piombo-vetro e la condensa dovuta alla buona conducibilità di calore del piombo essendo un buon conduttore. Più difficile è la comprensione della corrosione localizzata al centro delle tessere vitree mentre è assente lungo il perimetro.