Un
vetro che ha subìto questo tipo di degrado, presenta un aspetto quasi
spugnoso, come se fosse rosicchiato; è fragile ed incapace di resistere
alle sollecitazioni degli agenti atmosferici ed al vento in modo particolare.
Come conseguenza dell'azione dei microrganismi (funghi e licheni) si possono
formare dei crateri circolari sulla superficie del vetro; ciascuno di
questi tende a espandersi ingrandendo la propria zona di delimitazione.
Attorno al punto di attacco, si produce un'area concentrica di alterazione.
Il fondo del cratere è caratterizzato da striature che indicano la presenza
di funghi. La zona infetta è suddivisa in striature concentriche uniformemente
distribuite, in quanto la crescita degli organismi si verifica con una
progressione radiale, come è stato dimostrato dalla coltivazione in laboratorio
dei microrganismi.
CARATTERISTICHE
PRINCIPALI DEL DEGRADO
ASPETTO
SUPERFICIE VITREA
Spugnosa,
con microcrateri disposti in modo concentrico
Opacità
Striature scure
CAUSE
Esposizione
a nord
Clima caldo umido
Mancanza di irragiamento solare diretto
EFFETTI
Accelerazione
dei fenomeni corrosivi
Caratteristiche
della zona perturbata
La
distribuzione dei vari elementi del vetro nella zona indebolita è distorta;
i componenti come il silicio rimangono inalterati, ma il fosforo viene
estratto dalla superficie verticale del cratere ed accumulato al suo centro.
Il potassio è estratto in quantità considerevole ed il calcio si deposita
nel centro del cratere; lo stesso avviene per il magnesio. Il dato più
importante riguarda l'estrazione del manganese che partecipa ai danni
della zona indebolita del cratere; esso infatti è responsabile delle piccole
zone nere che causano l'opacità del vetro.
Cause:
condizioni ambientali
I
microrganismi si sviluppano in condizioni ambientali favorevoli alla loro
sopravvivenza (umidità, luce senza irragiamento solare diretto, ecc.)
e si fissano soprattutto là dove il vetro presenta difetti in superficie
come microabrasioni, croste dovute a depositi di alterazione e microcrateri,
oppure dove ci sono depositi di polveri o di sostanze grasse. La presenza
dei microrganismi, come funghi, batteri, muffe, alghe o licheni, provoca
la ritenzione localizzata di umidità e una concentrazione di acido carbonico
maggiore per effetto della respirazione dei microrganismi. Un clima caldo
umido favorisce il loro sviluppo, così come l'esposizione a nord della
parete, mentre il vento o il forte irraggiamento solare delle esposizioni
a sud sono fattori che ne inibiscono la crescita. Sono organismi autotrofi
che si nutrono per fotosintesi (alcuni sembra che utilizzino l'anidride
carbonica). Dai molti studi che sono stati fatti non risulta che aggrediscano
direttamente il vetro, tuttavia favoriscono la ritenzione e l'infiltrazione
di umidità, contribuendo ad accelerare i processi disgregativi, possono
inoltre formare acidi organici in grado di legarsi con ioni metallici
provenienti dal vetro.
Effetti
del metabolismo
Alcuni
microrganismi metabolizzano ferro e manganese (presenti nella composizione
del vetro) e questo potrebbe spiegare la loro presenza su vetri prodotti
con cenere di faggio come fondente. Il manganese
può essere ossidato per l'azione dei microrganismi causando l'opacizzazione
del vetro. Crescono per lo più sul lato esterno delle vetrate, ma se ne
possono trovare anche dal lato interno soprattutto in edifici umidi e
riscaldati. Infine i prodotti di eliminazione, in genere basici, accelerano
il degrado chimico. L'azione di deterioramento dei microrganismi è modesta,
lenta ma continua; se non vengono eliminati, possono nel tempo, provocare
seri danni alla superficie del vetro fino a distruggerlo completamente.
Una volta stabilitisi, favoriscono sia un'azione disgregativa meccanica
con la crescita in profondità della colonia, la ritenzione d'acqua per
capillarità che un'accelerazione del degrado chimico, causato dai prodotti
di eliminazione come la maggior concentrazione di CO2.