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In
passato si era provato a ricuocere la grisaglia, ma si è
visto che il dipinto veniva alterato dai mutamenti di colore e nitidezza
della grisaglia
rifusa (E. Frodl-Kraft, Das Problem der Schwarzlot-Sicherung
an mittelalterlichen Glasgemalden, Austrian Institute for Artistic
Research of the Ministry of Ancient Monuments, Vienna 1963).
Con lo sviluppo della ricerca di prodotti chimici sono stati sperimentati
vari tipi di resine e altri materiali,
non ancora tutti completamente idonei o validamente testati. Per
questo motivo si consiglia in generale l'uso il più possibile
limitato dei fissativi, considerando che nel caso di protezione
della vetrata con una controvetrata isotermica si possono utilizzare
dei vetri che filtrano i raggi UV che rendono più sicuro
l'impiego delle resine.
Per questo tipo di intervento è preferibile scegliere un
adesivo reversibile, con una bassa viscosità perché
deve infiltrarsi tra la grisaglia e il vetro. Sono stati sperimentati
vari tipi di sostanze: le resine epossidiche come l'Araldite, il
Bedacryl (W. Lowe, The conservation of stained
glass, in "Conservation", vol.5, num. 4, London, 1960)
il Viacryl diluito in acetato di etile, quest'ultimo sperimentato
da Bettemburg già nel 1976(J.
M. Bettembourg, Protection des verres de vitreaux contre les agents
atmospheriques. Verres et Refract, 30, 1976) per proteggere
il lato esterno dei vetri corrosi, ma considerata la sua scarsa
reversibilità lo stesso Bettemburg nel 1988 (J.
M. Bettembourg, Examen et analyse des processus de corrosion des
vitreaux anciens, Preprints della "2a Conferenza Internazionale
sulle prove non Distruttive Metodi Microanalitici e Indagini Ambientali
per lo studio e la conservazione delle opere d'arte", Perugia,
1988) consiglia di applicarlo solo in aree ben delimitate
e solo nei punti in cui la grisaglia è coprente cioé
nei tratti, e non per le velature.
Per il fissaggio si fà largo uso anche dei polimeri
acrilici monocomponenti tra i quali i più usati è
il Paraloid B72, che viene usato molto diluito in quanto avendo
un diverso coefficente di dilatazione lineare dal vetro, spesso
la pellicola del protettivo una volta essiccata "strappa"
la grisaglia sottostante (A. Corallini, V.
Bertuzzi, Il restauro delle vetrate, Firenze, 1994).
Bacher (E. Bacher, Reversibility of processes
for re-fixing of loose paint. CVMA News Letter, No. 24, 1976)
ha mette in discussione l'uso di materiali reversibili per il fissaggio
della grisaglia, perché quando si applica il solvente, alcuni
frammenti di pittura possono andare perduti, e per questo motivo
Ferrazzini (J. C. Ferrazzini, Vorteile und
Technik der Anwendung der Malerei von Glasgemalden. in "Glastech
Ber." 49, 1976) suggerisce di aggiungere una piccola
quantità di resina epossidica all'adesivo per controllare il fenomeno della
reversibilità. Ferrazzini, avendo sperimentato vari tipi
di adesivo, consiglia un monomero di cianoacrilato, il Cianolyte
201, diluito a seconda dello spessore della grisaglia da consolidare.
Recentemente è stata usata anche la cera d'api, da Cole (F.
Cole, Problems of conservation and restoration at Canterbury Cathedral.
in "CVMA New Letter", no. 30, 1979) nei restauri
delle vetrate della chiesa di Canterbury, metodo descritto ed apprezzato
da Newton ma sconsigliato da Caviness (R.
Newton, The deterioration and conservation of painted glass: a critical
Bibliography, CVMA, Great Britain, Occasional Papers II, published
for the British Academy by the Oxford University Press, 1982).
Per il salvataggio delle grisaglie parzialmente distaccate si è
usata nel restauro delle vetrate del Duomo di Perugia, da Funaro
e Rivelli (G. Funaro, R. Rivelli, Il restauro
della vetrata di Giovanni di Bonino della Cattredale di Orvieto,
1992), una miscela tra un monomero
silanico e un silicone parzialmente polimerizzato, denominata BS
44.
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Il BS 44 è un liquido molto fluido che polimerizza definitivamente
per reazione con l'umidità contenuta nell'aria e non richiede
quindi l'impiego di un catalizzatore.
Forma una superficie che aderisce fortemente al vetro e che non
ingiallisce negli anni, e mantiene la solubilità in solventi
a media polarità come il diluente nitro.
Inoltre l'indice di rifrazione è molto vicino a quello del
vetro, e per questo viene usato anche nel restauro delle tessere
vitree dei mosaici.
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