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FISSAGGIO DELLA GRISAGLIA

Preconsolidamento in situ - Consolidanti

 

Preconsolidamento in situ

Nei casi in cui la grisaglia appare completamente distaccata dal supporto di vetro e/o polverizzata così da costituire un pericolo lo stesso smontaggio e trasporto del pannello nei laboratori dove verrà eseguito il restauro, bisogna intervenire in situ con un prefissaggio della superficie pittorica. Questa procedura deve essere limitata esclusivamente nei casi di accertata necessità vista la difficoltà a lavorare in verticale sui ponteggi. La Frodl-Kraft (E. Frodl-Kraft, Restaurierung und Erforschung. I. Die Sudrose von Maria Strassengel. in "Osterr. Zeits. Kunst. Denkm." 21, 1967) ad esempio ritiene preferibile eseguire queste operazioni in laboratorio affrontando i rischi dello smontaggio e del trasporto, ma agendo in condizioni di maggior sicurezza.

PRINCIPALI ASPETTI DEL CONSOLIDAMENTO DELLA GRISAGLIA
DEGRADO GRISAGLIA Polverizzazione
Sollevamento parziale o totale dal supporto vitreo
QUANDO SI ESEGUE In situ prima dello smontaggio
In laboratorio prima o contemporaneamente alla pulitura
COME SI ESEGUE Per punti


Consolidanti

In passato si era provato a ricuocere la grisaglia, ma si è visto che il dipinto veniva alterato dai mutamenti di colore e nitidezza della grisaglia rifusa (E. Frodl-Kraft, Das Problem der Schwarzlot-Sicherung an mittelalterlichen Glasgemalden, Austrian Institute for Artistic Research of the Ministry of Ancient Monuments, Vienna 1963).
Con lo sviluppo della ricerca di prodotti chimici sono stati sperimentati vari tipi di resine e altri materiali, non ancora tutti completamente idonei o validamente testati. Per questo motivo si consiglia in generale l'uso il più possibile limitato dei fissativi, considerando che nel caso di protezione della vetrata con una controvetrata isotermica si possono utilizzare dei vetri che filtrano i raggi UV che rendono più sicuro l'impiego delle resine.
Per questo tipo di intervento è preferibile scegliere un adesivo reversibile, con una bassa viscosità perché deve infiltrarsi tra la grisaglia e il vetro. Sono stati sperimentati vari tipi di sostanze: le resine epossidiche come l'Araldite, il Bedacryl (W. Lowe, The conservation of stained glass, in "Conservation", vol.5, num. 4, London, 1960) il Viacryl diluito in acetato di etile, quest'ultimo sperimentato da Bettemburg già nel 1976(J. M. Bettembourg, Protection des verres de vitreaux contre les agents atmospheriques. Verres et Refract, 30, 1976) per proteggere il lato esterno dei vetri corrosi, ma considerata la sua scarsa reversibilità lo stesso Bettemburg nel 1988 (J. M. Bettembourg, Examen et analyse des processus de corrosion des vitreaux anciens, Preprints della "2a Conferenza Internazionale sulle prove non Distruttive Metodi Microanalitici e Indagini Ambientali per lo studio e la conservazione delle opere d'arte", Perugia, 1988) consiglia di applicarlo solo in aree ben delimitate e solo nei punti in cui la grisaglia è coprente cioé nei tratti, e non per le velature.
Per il fissaggio si fà largo uso anche dei polimeri acrilici monocomponenti tra i quali i più usati è il Paraloid B72, che viene usato molto diluito in quanto avendo un diverso coefficente di dilatazione lineare dal vetro, spesso la pellicola del protettivo una volta essiccata "strappa" la grisaglia sottostante (A. Corallini, V. Bertuzzi, Il restauro delle vetrate, Firenze, 1994).
Bacher (E. Bacher, Reversibility of processes for re-fixing of loose paint. CVMA News Letter, No. 24, 1976) ha mette in discussione l'uso di materiali reversibili per il fissaggio della grisaglia, perché quando si applica il solvente, alcuni frammenti di pittura possono andare perduti, e per questo motivo Ferrazzini (J. C. Ferrazzini, Vorteile und Technik der Anwendung der Malerei von Glasgemalden. in "Glastech Ber." 49, 1976) suggerisce di aggiungere una piccola quantità di resina epossidica all'adesivo per controllare il fenomeno della reversibilità. Ferrazzini, avendo sperimentato vari tipi di adesivo, consiglia un monomero di cianoacrilato, il Cianolyte 201, diluito a seconda dello spessore della grisaglia da consolidare.
Recentemente è stata usata anche la cera d'api, da Cole (F. Cole, Problems of conservation and restoration at Canterbury Cathedral. in "CVMA New Letter", no. 30, 1979) nei restauri delle vetrate della chiesa di Canterbury, metodo descritto ed apprezzato da Newton ma sconsigliato da Caviness (R. Newton, The deterioration and conservation of painted glass: a critical Bibliography, CVMA, Great Britain, Occasional Papers II, published for the British Academy by the Oxford University Press, 1982).
Per il salvataggio delle grisaglie parzialmente distaccate si è usata nel restauro delle vetrate del Duomo di Perugia, da Funaro e Rivelli (G. Funaro, R. Rivelli, Il restauro della vetrata di Giovanni di Bonino della Cattredale di Orvieto, 1992), una miscela tra un monomero silanico e un silicone parzialmente polimerizzato, denominata BS 44.

Il BS 44 è un liquido molto fluido che polimerizza definitivamente per reazione con l'umidità contenuta nell'aria e non richiede quindi l'impiego di un catalizzatore.
Forma una superficie che aderisce fortemente al vetro e che non ingiallisce negli anni, e mantiene la solubilità in solventi a media polarità come il diluente nitro.
Inoltre l'indice di rifrazione è molto vicino a quello del vetro, e per questo viene usato anche nel restauro delle tessere vitree dei mosaici.