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Restauro Studio Forme - Roma
 

Restauro

 

 
RIMONTAGGIO DELLA VETRATA
 
Significato - Esigenze - Barre di rinforzo - Risanamento strutture - Tecniche - Telai - Rimontaggio dinamico

 

Significato

Rimontare una vetrata dopo il restauro significa, nella maggior parte dei casi, ricollocarla nella sua sede originaria. Questa operazione risulta essere estremamente complessa in quanto si devono realizzare condizioni di equilibrio fisico e meccanico tra pannello e sede di accoglienza, tra vetrata e struttura architettonica.
Cesare Brandi in "Teoria del restauro" afferma che "la consistenza fisica dell'opera deve avere la precedenza, perché rappresenta il luogo stesso della manifestazione dell'immagine, assicura la trasmissione dell'immagine al futuro, ne garantisce quindi la recezione nella coscienza umana": la ricerca di una corretta metodologia d'intervento rientra nella logica delle operazioni necessarie per la conservazione dell'integrità materiale dell'opera. Infatti, anche se per quanto riguarda le operazioni di restauro le vetrate sono state assimilate alle opere pittoriche, si tende a sottovalutare la fase di rimontaggio, considerandolo solo un problema meccanico. È invece necessario seguire una metodologia corretta, in quanto la conservazione dell'opera restaurata dipende in buona parte da questa fase: garantire la verticalità del pannello, ad esempio, è una delle condizioni per la conservazione dei vetri.
Un corretto intervento di rimontaggio deve consentire il reinserimento del pannello senza sottoporlo a stress meccanici e deve facilitare la successiva rimozione per restauro o manutenzione. La "Carta di Conservazione della Vetrata" del C.V.M.A. prescrive che in fase di rimontaggio il restauratore preveda l'eventualità di ulteriori interventi di restauro e migliori le condizioni relative al sistema architettonico, alla struttura della finestra e ai telai in cui si trovano gli antelli.
L'indagine scientifica deve essere applicata necessariamente anche a questa fase del restauro.

PRINCIPALI OPERAZIONI PRELIMINARI AL RIMONTAGGIO
STRUTTURA MURARIA Bonifica degrado
Pulitura delle intercapedini
Predispozione dei sistemi di ancoraggio
PANNELLO

Posizionamento barre di rinforzo
Inserimento telai (se esistenti)
Stuccatura telaio/muratura


Esigenze

L'operazione del rimontaggio viene progettata a seguito della valutazione delle caratteristiche strutturali della vetrata e del sito in cui va alloggiata.
Si esamina il rapporto tra vetrata, barre di rinforzo e telaio, quindi si procedere allo studio delle condizioni della vetrata nella sua sede architettonica, analizzando in particolare i problemi di ancoraggio perimetrale degli antelli e valutando la necessità di consolidamento della pietra.
Lo scopo di queste osservazioni, è ricreare le condizioni ottimali di messa in opera:
- sufficiente rigidità del pannello;
- adeguatezza delle strutture di sostegno (telai, legamenti, barre di rinforzo) in rapporto alla dilatazione dei materiali;
- pulitura e restauro della muratura;
- solidità dell'ancoraggio perimetrale.
Il mancato soddisfacimento di queste condizioni può portare a fenomeni di grave deterioramento e tensione strutturale, come lo spanciamento degli antelli.
Per preservare la vetrata da successivi fenomeni di degrado, dovuti soprattutto ad agenti atmosferici, è consigliabile la collocazione di una controvetrata, sistema di protezione indispensabile per la realizzazione di un restauro conservativo.

Barre di rinforzo
Per sostenere i pannelli venivano collocate all'esterno barre di ferro in numero variabile, poste in orizzontale e legate agli antelli da fili di rame saldati sui punti di congiunzione dei piombi. La presenza di barre di rinforzo in soprannumero provoca, per il loro peso, lo spanciamento della vetrata. L'eccessivo numero di barre causa anche accumuli di polveri, che accelerano i processi di degrado.
In passato le barre di rinforzo venivano direttamente murate nelle intercapedini, bloccando gli antelli e causando numerose fratture delle tessere vitree. Oggi vengono realizzate con metalli leggeri e inossidabili, quali acciaio e alluminio, trattati con protettivi e vernici. Queste aste, distanziate di circa 30 cm l'una dall'altra, non sono necessariamente lineari: esse vengono sagomate seguendo il disegno della tessitura dei piombi, per evitare che in trasparenza la loro ombra disturbi la visione della composizione. Le barre vengono fissate con legamenti, evitando però l'uso del rame, che provoca dannose ossidazioni da cui hanno origine colature lungo i vetri: si possono utilizzare fascette di piombo saldate preferibilmente nei punti di congiunzione dei listelli della vetrata. Anche la saldatura deve essere effettuata accuratamente, in modo da evitare il rischio di distacchi.

Risanamento strutture

Prima di ricollocare in situ il pannello, si valutano le variabili poste dalle condizioni della struttura: l'eventualità d'inserire gli antelli nei telai di contenimento e le modalità di ancoraggio perimetrale della vetrata.
Se necessario, si procede con il risanamento delle strutture: le sedi e le intercapedini per l'allogiamento dei pannelli devono essere pulite dai residui di stucco e si consolidano i materiali lapidei delle strutture murarie e delle finestre.

Tecniche

In passato si praticavano due tipi di rimontaggio delle vetrate: gli antelli venivano cementati direttamente nelle intercapedini della muratura, con malte e stucchi, oppure erano posti in telai sistemati nelle scanalature della pietra e fissati agli elementi della finestra.

Telai
I telai di contenimento dei pannelli permettono l'adeguata messa in opera della vetrata, senza il ricorso all'uso di malte che debordano sui vetri. Se i telai sono preesistenti all'intervento di restauro e sono in buono stato di conservazione, si riutilizzano; se invece se ne progetta la messa in opera a seguito del restauro, si realizzano in metalli resistenti, inossidabili e che garantiscano un margine di flessibilità, come acciaio, ottone o alluminio smaltato a fuoco.
In caso di riutilizzo di vecchi telai si effettua la pulitura del ferro per asportare ruggine, vecchie incrostazioni, residui di stucco o di cemento; trattamenti ulteriori sono necessari per inibire o convertire la ruggine, applicare consolidati e ridipingere il metallo con prodotti cromaticamente e matericamente compatibili.
I telai devono essere muniti di un sistema di ancoraggio alla struttura muraria: gli elementi portanti già murati (barre a T, traverse) devono avere una tenuta ottimale, e dunque devono essere restaurate, se necessario; si deve controllare anche la resistenza delle biette e delle chiavette, ed eventualmente procedere alla loro sostituzione.
Per il rimontaggio dei pannelli componenti il rosone della vetrata della tribuna del Duomo di Orvieto, ciascun pezzo è stato ancorato alla struttura lapidea con linguette di piombo saldate ai listelli e fissate con viti Parker su tasselli di legno preventivamente inseriti nella scanalatura.

Rimontaggio dinamico

È stato sperimentato con successo, per i pannelli rettangolari della vetrata del Duomo di Orvieto, un tipo di rimontaggio con ancoraggio perimetrale a molle, poste tra il pannello, privo di telaio, e l'intercapedine. In essa viene alloggiata una canalina d'alluminio, che rende uniforme la superficie d'appoggio della vetrata. Sfruttando lo spazio di movimento del pannello tra i montanti della finestra, vengono inserite delle molle in metallo flessibile, che fissano il pannello premendo tra la canalina e una stecca d'alluminio sovrapposta ai lati per distribuire la spinta lungo tutto il perimetro.
Il vantaggio offerto da questo sistema consiste nell'assicurare una certa mobilità che permetta le dilatazioni della tessitura dei piombi, e soprattutto nell'eliminare l'ancoraggio del pannello alla struttura muraria tramite stuccatura: lo stucco infatti, essiccandosi, perde la propria funzione e causa varie forme di degrado, come rotture o infiltrazioni. Inoltre viene assicurata una più rapida e sicura rimozione del pannello in successivi restauri, evitanto interventi con uso di scalpelli o trapani.