Reintegrazione
del dipinto |
In
presenza di cadute o assottigliamenti di parti dipinte, siano esse
velature o segni di grisaglia, si procede alla reintegrazione pittorica.
Le integrazioni sono eseguite a freddo con materiali reversibili,
sono riconoscibili all'osservazione ravvicinata e distinguibili
dal dipinto originale e seguono l'interpretazione critica della
lacuna.
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Le
integrazioni nel restauro della vetrata di Giovanni di Bonino della
Cattedrale di Orvieto (Funaro e Rivelli, 1992) sono state effettuate
sul lato esterno del pannello, perciò non direttamente sul
dipinto originale; sfruttando la la trasparenza del supporto vitreo
i ritocchi dipinti sul verso integrano le lacune presenti sull'altro
lato della tessera ed il dipinto osservato a luce trasmessa appare
completo.
In
caso di sostituzione di tessere di vetro mancanti o gravemente fratturate,
o di pezzi spuri inseriti in passati restauri e discordanti rispetto
al pannello, si provvede alla pittura a grisaglia di una nuova tessera
rispettando il cromatismo, la grana, l'intensità della velatura
dell'impianto cromatico generale e apponendo su ciascun pezzo la
sigla di riconoscimento e la data dell'intervento. I ritocchi e
l'inserimento di nuove tessere vanno segnalati nel grafico del pannello,
secondo la legenda stabilita convenzionalmente dal C.V.M.A.
I ritocchi eseguiti vengono denunciati nei grafici attraverso la
legenda proposta dal C.V.M.A.
Per integrare estese cadute di velature nella vetrata di San Giovanni
a Patmos (A. Corallini, V. Bertuzzi, Il restauro delle vetrate,
Firenze, 1994) è stato sperimentato l'uso di filtri di vetro,
opacizzati con una velatura a grisaglia a gran fuoco, piombati e
sovrapposti sul lato esterno dei vetri oramai bianchi privi di pellicola
pittorica. Si è cercato di tenere sotto controllo il fenomeno
di condensa tra i due vetri, apponendo la controvetrata di protezione.
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