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Restauro Studio Forme - Roma
 

Restauro

 

 
IL RESTAURO STRUTTURALE

Rimozione tessere fratturate
Le tessere rotte vanno estratte dalla trama dei piombi con molta cautela: se i piombi non sono molto serrati si tagliano le alette che bloccano la tessera di vetro e si rimuove la tessera di vetro; nel caso in cui la tessitura dei piombi sia molto stretta, è necessario invece aprire il pannello. È indispensabile eseguire questa operazione dopo aver realizzato il grafico della vetrata in scala 1:1, riportando il tracciato dei piombi che farà da guida per il rimontaggio.
Per facilitare questa operazione è consigliabile l'uso di un vassoio con varie forature su cui è appoggiata la vetrata. Ponendo la zona d'intervento in corrispondenza di uno dei fori si può operare contemporaneamente sia sul verso che sul recto; per cui ad esempio agendo dalla parte inferiore è possibile estrarre un piombo, avendone tagliato prima l'aletta sull'altro lato. A questo punto si può estrarre la tessera di vetro, senza esercitare particolari sollecitazioni meccaniche.

PRINCIPALI OPERAZIONI DELL'INTERVENTO STRUTTURALE
TESSERE VITREE Rimozione tessere fratturate
Integrazioni frammenti mancanti
Incollaggio frammenti
Rifacimento tessere mancanti
Rifacimento tessere spurie
PIOMBI Pulitura
Sostituzione piombi degradati
Sostituzione piombi perimetrali
Rimozione piombi di rottura (segue poi l'incollaggio tessera)
Saldatura:pulitura, revisione, saldatura finale recto e verso
Stuccatura
DIPINTO Reintegrazione a freddo delle velature e dei segni

Incollaggio tessere fratturate

L'incollaggio delle tessere vitree fratturate si effettua con adesivi adatti per il vetro, come le resine epossidiche e le resine siliconiche (per gli esperimenti sull'invecchiamento cfr.: J. M. Bettembourg, La restauration de vitreaux brises. Vieillissement accelere de colles. 1972 in R. Newton, The Deterioration and Conservation of Painted Glass. A Critical Bibliography, British Academy and Oxford University Press, Occasional Papers, II, 1982; J. L. Down, The yellowing of epoxy resins adhesives report on high intensity light aging, in "Studies in Conservation", vol. 31, 1986).
La tessera viene appoggiata su una pellicola di plastica per evitare che si possa incollare al piano dopo l'essiccazione della colla. È importante dosare la giusta quantità di adesivo per ridurre gli eccessi di adesivo, che vengono poi rimossi senza compromettere la superficie vitrea e la presenza della grisaglia. In caso di vetri dipinti, si posiziona la tessera con il lato della grisaglia in alto e si proteggono i bordi della rottura per evitare fuoriuscite della colla sulla pittura.
Qualora ci siano parti mancanti, soprattutto in fratture composte a raggera, queste si possono ricostruire con la resina, arricchita con pigmenti nel caso di vetri colorati.
Quando è possibile è preferibile ricostruire il frammento mancante con un vetro dalle caratteristiche simili, per la sua inalterabilità.
L'integrazione viene siglata e segnalata nelle mappe.
Per le tessere con fratture complesse è stato sperimentato il metodo di doppiare i vetri fratturati con dei vetri di supporto, incollati lungo il perimetro: la conservazione del vetro è però compromessa dai fenomeni di condensa che si creano tra vetro e vetro.
Un caso particolare del doppiaggio delle tessere fratturate è stato il procedimento adottato per le vetrate del coro di Colonia (A. Wolff, The conservation of medieval stained glass according to the Jacobi Method of lamination used at Cologne, in Conservation in Archeology and the Applied Arts, Preprints of the Contributions to the Stockholm Congress, 2-6 June, 1975, London), procedimento noto come "Jacobi process". I brani di vetro incollati vengono inseriti tra due vetri, precedentemente modellati in fusione su stampi ricavati dalle tessere originali, ed incollati a 200°. Questo sistema ha dimostrato nel tempo degli svantaggi tra cui la sua irreversibilità.
Quando le tessere vitree fratturate, ricomposte da piombi di rottura, sono state rifilate con le pinze e quindi i bordi della rottura non combaciano più, i singoli frammenti sono stati congiunti con il metodo del "copper foil" (T. B. Husband, A new type of mending lead, in Compt. Rend. 8e Colloq. CVMA, York, 1972). I bordi dei frammenti vengono circondati con una lamina di rame sottile e quindi vengono saldati insieme. Lo spessore del rame è notevolmente inferiore a quello del piombo "di rottura", ma appare visibile in condizioni di luce trasmessa.
Nel restauro delle vetrate di S. Maria del Popolo (Funaro e Rivelli, 1998) nel punto di attacco perimetrale dell'incollaggio, sono state poste delle linguette di piombo, per rafforzare la tenuta dell'incollaggio.

Rifacimento tessere mancanti

Le tessere mancanti vengono sostituite con vetri simili agli originari, possibilmente soffiati e leggermente velati con la grisaglia a gran fuoco per filtrare la luce, secondo l'uso tradizionale.

Tutte le tessere inserite devono essere datate e contraddistinte da una sigla; la loro presenza risulta anche nella documentazione grafica del restauro, redatta secondo la legenda stabilita dal CVMA.

Sostituzione piombi

La tessitura dei piombi viene generalmente conservata.
Possono talora condizioni di degrado dei listelli di piombo che ne determinano la rimozione per ricostruire l'equilibrio statico-strutturale della vetrata:
- piombi slabbrati, rotti, distorti
- cedimento dei piombi di restauro
- eliminazione di piombi di rottura, sostituiti con l'incollaggio dei frammenti della tessera vitrea

I piombi inseriti durante l'intervento di restauro devono avere forma e dimensioni dei piombi originali, per non alterare le caratteristiche del tracciato della vetrata e devono essere indicati nei grafici di restauro attraverso la legenda del CVMA.
I piombi perimetrali, se le dimensioni lo permettono, vengono sostituiti con dei piombi aventi l'anima d'acciaio, che conferiscono maggiore solidità al pannello.

Saldatura
Le saldature spezzate vanno riconsolidate facendo molta attenzione durante questa operazione, a non far andare lo stagno fuso sui vetri, in quanto potrebbero facilmente rompersi. Per questo motivo è consigliabile proteggere i vetri adiacenti al punto da saldare. Le vecchie saldature vanno pulite dalle ossidazioni prima di essere riconsolidate. Talvolta piccole lacune della tessera di vetro venivano integrate da stagno fuso. Queste saldature estese possono provocare delle rotture dei vetri limitrofi, a causa della durezza dello stagno. È preferibile rimuoverle sostituendole o con del piombo - in lastra o profilato - o integrando la tessera con il vetro.
Nel caso in cui il pannello sia stato aperto, per estrarre tessere fratturate o per altri ragioni conservative, il rimontaggio dei vetri e dei piombi avviene secondo la tecnica tradizionale.
Prima di eseguire la saldatura finale del pannello, si abbassano le ali dei profilati di piombo con l'apposito strumento.

Pulitura piombi
Si adotta generalmente il metodo di pulitura per abrasione, che richiede la preliminare protezione della tessere adiacenti il listello da pulire, per non procurare graffi sul vetro.
Gli strumenti impiegati possono essere bisturi, carta vetrata a grana fine, carta di sughero che rimuove lo sporco con un'azione più controllata.

Stuccatura pannello

La stuccatura del pannello si esegue su entrambi i lati. Si utilizza dello stucco, scurito col nerofumo, in pasta abbastanza solida da essere lavorato con la spatola. È preferibile stuccare prima il recto, cioè il lato dipinto, in modo tale che stuccando il verso lo stucco non coli sulla grisaglia. Protetti i vetri con cartoncino, si procede al riempimento degli interstizi vetro-piombo con una spatola rivestita di nastro adesivo di carta per evitare di graffiare i vetri. Gli eccessi di stucco si ripuliscono con dei bastoncini di legno.
Lo stucco liquido a pennello, ammesso anche nella "Carta di conservazione della Vetrata" è possibile in casi di accertata sicurezza, in quanto presenta delle controindicazioni come i residui oleosi nei microcrateri dei vetri corrosi e l'azione meccanica delle spazzole per pulire i vetri che può provocare nuove fratture in vetri fragili.
L'impiego di stucchi tradizionali (olio di lino, nerofumo e cariche inerti) e di stucchi e mastici alternativi è stato ed è tutt'ora oggetto di esami e sperimentazioni. Sono stati usati stucchi elastometri (J. M. Bettembourg, Etude de mastics elastomeres, le masticage des panneaux de vitreaux anciens, in Conservation in Archeology and the Applied Arts, Preprints of the Contributions to the Stockholm Congress, 2-6 June, 1975, London), sigillanti a base di gomme butiliche (R. Newton, S. Davison, The conservation of glass, London, 1989) e resine siliconiche (A. Corallini, V. Bertuzzi, Il restauro delle vetrate, 1994, Firenze). In generale ciascun caso presenta delle peculiarità derivate soprattutto dalle condizioni di conservazione della vetrata ed in particolare dalla presenza della controvetrata, che influiscono sul comportamento degli stucchi.