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Il GLOSSARIO presenta - riadattate - delle voci tratte da volumi pubblicati agli inizi del novecento. In particolare si rimanda a: Sacken - Brayda, Stili di architettura, quarta edizione modificata ed ampliata da Enrico Bonicelli, Torino, Casa Editrice Giovanni Chiantore, 1927.

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Sabbiatura. Operazione di spruzzatura a pressione di sabbia o altro inerte mediante l'impiego di aria compressa contro una superficie sporca, al fine di pulirla attraverso l'abrasione degli strati superficiali. La sabbiatura che impiega sabbia di fiume e compressori industriali è stata proibita nei centri storici a causa della grande quantità di polvere provocata. Questo tipo di pulitura selvaggia non deve essere certamente usato nei cantieri di restauro nemmeno sul paramento da reintonacare. La tecnologia attuale ha messo a punto metodologie più sofisticate, che utilizzano quantità calibrate di acqua nebulizzata ed inerte di varie durezze per ottenere puliture soddisfacenti su materiali particolarmente in buono stato. Nel campo specifico del restauro di opere importanti è diffuso l'utilizzo di microsabbiatrici che utilizzano inerti come ossido di zinco, sfere di vetro, particelle di resina, polvere di quarzo ecc. L'operazione è certamente delicata ed il buon esito è affidato all'abilità ed alla sensibilità dell'operatore.
Sacello. Nell'arte romana spazio recintato e scoperto con un altare per i sacrifici.
Sacrario. I Romani chiamavano Sacrarium una piccola cappella che avevano in casa. Si dava lo stesso nome nei templi al luogo ove si conservavano gli arredi sacri, luogo press'a poco corrispondente alle nostre sacrestie.
Saettone
, Saetta. Elemento costruttivo lineare inclinato che serve per rinforzo alle travi o ai puntoni delle capriate.
Sàgoma. Vedi Modanatura.
Sagramatura. Tipo di finitura applicabile sulla muratura di mattoni, atta a rettificarla proteggerla ed aumentarne la resa estetica. Una caratteristica della sagramatura è la trasparenza, cioè lascia visibile la sottostante trama dei mattoni. Viene realizzata applicando con lama metallica o cazzuola un impasto a base di calce aerea ed inerti a granulometria fina.
Sacrestia. Ambiente annesso alla chiesa dove vengono conservati i paramenti sacri.
Salienti. Nella facciata di una chiesa le linee oblique che definiscono le altezze delle navate interne.
Sampietrino
. Cubetti di selce impiegati per la pavimentazione di molte strade e piazze romane.
Santuario. Il sito dell'altare detto presbitero, dove generalmente si conservano reliquie. Anche il coro della chiesa viene chiamato così. Chiesa isolata, retta e officiante in modi speciali.
Sarcòfago. Cassa che serve a racchiudervi un morto. Gli antichi sarcofaghi erano di pietra o di marmi preziosi, ornati con iscrizioni, figure allegoriche, bassorilievi, ecc.
Scala. Serie continua di gradini o scala avente la funzione di raccordare in un edificio i diversi piani.
Scamillo. Blocco di pietra su cui poggia il piedistallo d iuna statua o il plinto di una colonna.
Scanalatura. Canale o cavità tagliata o longitudinalmente od a spirale, sopra il fusto di una colonna, d'un pilastro, e talvolta di un vaso. Se ne trovano di forme assai diverse. Scantonatura. Smussatura di un cantone o spigolo.
Scapo. Vedi Fusto.
Scapolo. Elemento di pietra naturale o artificiale, di forma irregolare, usato per murature a sacco, murature miste o vespai.
Scarnitura. Rimozione parziale delle malte ammalorate di una muratura per aumentare l'aderenza di un successivo intonaco o per poter nuovamente stuccare i giunti.
Scialbatura. L'etimologia della parola significa "imbiancare", riferito ad uno strato coprente realizzato con corposo latte di calce. Oggi non viene riferito alla sola applicazione di bianco, ma anche a tinte di diversi colori. Ancor più impropriamente lo si riferisce a tinte liquide, che sarebbe più opportuno chiamare velature, in quanto la scialbatura è coprente.
Scomparto. Parte di muro delimitata da una cornice in rilievo o dipinta.
Scorcio. Artificio prospettico che consiste nel rappresentare una figura collocata su un piano obliquo rispetto all'osservatore, cosicche alcune parti risultino effettivamente accorciate.
Scorniciatura. Motivo architettonico ottenuto con la sagomatura dei contorni di una superficie mediante una progressione di curve emergenti e rientranti. È usata nel Rococò.
Scossalina. Lastra inserita al di sotto della parte finale del manto di copertura ed all' interno della gronda, in modo che l'acqua piovana non tracimi dal lato interno. Il termine è usato anche come sinonimo di copertina.
Scozia
. Modanatura concava, avente una superficie curva in verso opposto al toro, che serve a separare le modanature convesse, e che sopratutto è usata nelle basi attiche o corinzie. Essa è semplice o composta posta, secondo che è formata di uno o più archi di circoli raccordati tra loro.
Scuci cuci. Vedi Cuci scuci.
Scudo, Stemma. Cartella di forme svariatissime, ora rettangolare aggraziata in basso ed in alto, avente contorni misti, ora ovale terminata a cuspide, dove sono scolpite le insegne gentilizie di una o più famiglie. La loro foggia serve spesso a rilevare l'epoca di antiche sculture.
Scuro. Anta di finestra in legno per oscurare gli ambienti e per proteggere dalle intemperie e dalle dispersioni di calore.
Serraglia, Chiave. Concio di chiave di un arco.
Sesto. La curvatura interna di un arco o d'una vòlta: ad esempio il tutto sesto, il sesto acuto, usato nell'architettura gotica, ed il sesto scemo.
Sferisterio. Luogo ove giocasi alla palla, al pallone, e ad altri giochi di agilità.
Sigillatura. Si intende generalmente il consolidamento dei bordi di un intonaco lesionato ottenuto mediante l'applicazione di malte apposite.
Sguancio, Squarcio, Strombatura. Spalletta di porta o finestra. Viene così denominata quella parte del muro tagliata a sghimbescio dietro l'architrave e gli stipiti delle porte, finestre, o simili. Nell'arte romanica e gotica lo sguancio nei portali presenta figure ed altri motivi decorativi.
Simbolo. Immagine od oggetto, cui è applicata un'idea di convenzione, ed una significazione morale. Tale è la palma, simbolo del martirio; là rosa della bellezza; il cane, della fedeltà; il giglio, del candore, ecc.
Sinagoga. Tempio dove gli Ebrei convengono per l'esercizio del loro culto.
Sinopia, Ocra rossa, Bolo armeno. Terra rossa adoperata per eseguire il disegno preparatorio dell'affresco, direttamente sull'intonaco e più specificatamente sullo strato dell'arriccio.
Sistilo. Una delle cinque specie di tempio distinte da Vitruvio, ed è quella in cui l'intercolunnio è di due diametri.
Smusso
. Smussatura; Una regolare sottrazione o rimozione di uno spigolo, generalmente praticato nello stile gotico coll'inclinazione di 45°.
Soffitta della cornice. Parte di sotto della cornice fra un modiglione e l'altro, nella quale sogliono intagliarsi rosoni od altri simili ornati.
Soffitto. Palco che si fa sotto l'ultima copertura; o tetto degli edifici. Impalcatura che fa cielo ad una stanza, e serve a sopportare l'impiantito della stanza; superiore.
Sordino. Arco di scarico.
Soglia, Limitare. Parte inferiore dell'uscio ed anche di una finestra, ove posano gli stipiti.
Somaro Fermatura di contenimento costituita da puntelli o travi di legno posti come rinforzo obliquo a strutture verticali.
Sommoscapo. Parte superiore della colonna, dove essa si restringe e termina nel collarino.
Sopraciglio, Sopralimitare, cornice superiore di coronamento alle finestre e porte.
Sopraimbotte, Estradosso. Superficie esterna e convessa di una vòlta o di un arco.
Sopraornato, Cimàsa. È quel fregio e cornice composta di corona e cimasa che si usa sovrapporre all'architrave di una porta o finestra. Qualche volta si aggiungono delle zanche od orecchioni all'estremità "del sopracciglio, e spesso anche cartelle o modiglioni posti ai fianchi del fregio, come sostegno della, corona, e questi rimangono talvolta prolungati con alette.
Sordino. Vedi Arco di scarico.
Sottogola. Gola rovescia sotto il dèntello.
Sottogrondaie. Vedi Gocciolatoio.
Sottopuntone. Elemento che nelle capriate di notevole luce viene affiancato al puntone.
Sottotrave. Elemento posto al di sotto di una trave con funzione di sostegno; simile a una mensola con una estremità incastrata e una libera.
Spalla. Piedritto di architrave o di arco. Le spalle di porte e finestre indicano generalmente le facce verticali interne alla luce del vano.
Spolvero. Tecnica di traduzione di un disegno mediante la bucatura dei tratti dello stesso realizzati su carta o altre superfici. La traccia del disegno si ottiene appoggiando lo spolvero nella zona voluta e tamponando con cencio carico di polvere colorata.
Staffa. Elemento in ferro ad "V" o ad "O" inserito come sostegno o rinforzo nelle strutture lignee delle capriate.
Staggiare
. Operazione che consiste nell'ottenere un piano rettificato facendo scorrere una riga detta staggia su due guide parallele poste a distanza, in modo da togliere le eccedenze di malta fresca. Questa tecnica viene adoperata sia in verticale per realizzare l' intonaco, sia in orizzontale per ottenere piani per la successiva posa dei pavimenti.
Stalattite. Volta molto usata nell'architettura araba-moresca, formata con una riunione di piccoli alveoli a cupolette progressivamente ascendenti, che pendono al basso, ad imitazione delle stalattiti naturali.
Stampo. Modello negativo di una forma che consente la riproducibilità in più copie del soggetto originale. Stile. In architettura il carattere che fa distinguere fra loro le diverse scuole ed epoche. Stilobate. Vedi Piedistallo.
Stipiti
. Detti da Vitruvio Antepagmenta; Sono i due fianchi della porta o finestra, detti anche i piedritti, che posano sulla soglia e reggono l'architrave.
Stria. Vedi Scanalatura.
Stuccatura. Lavoro fatto di stucchi. Se ne sono trovate resti in diversi scavi di Roma, e specialmente nelle terme di Agrippa. Bramante fu il primo ad adoperarlo nella decorazione delle volte in San Pietro. Nelle logge del Vaticano sono famosi gli stucchi di Raffaello.
Stucco. Parola dai diversi significati. Riferito a decori a rilievo realizzati con malte di calce e gesso, generalmente dipinti a calce o a tempera. Viene riferito ad un tipo di malta dalle caratteristiche plastiche e dalla presa sufficientemente lunga da poter essere modellata. È impropriamente adoperato per indicare elementi prefabbricati ottenuti per colaggio di scagliola entro stampi. Lo stucco indica un intonaco lisciato a base di grassello di calce e polveri di marmo, lucidato a freddo o a caldo con lama metallica, cere e saponi.
Stucco romano. Rifinitura superficiale per intonaco formata da una miscela di calce spenta grassa e polvere di marmo.
Supporto. Identifica un elemento di base sul quale ne viene applicato un altro.