I
Imbotte,
Intradosso. La superficie interna concava di una volta.
Imbiancatura. Tinteggiatura
di superfici intonacate, in genere con bianco di calce, che si usa
come operazione di finitura o di preparazione di ulteriori trattamenti.
Immorsatura. Nome dato ai diversi
sistemi di collegamento tra le singole parti di una struttura muraria.
Imoscapo. La parte inferiore
della colonna sulla base, opposta all'altra detta Sommoscapo per
la parte superiore, sotto al collarino.
Impannata. Infisso di chiusura
per finestre formato da un telaio al quale sono applicati riquadri
di stoffa o di carta. Si chiama così anche l'infisso a vetro.
Impiantito. Pavimento per ambienti
interni costituito da elementi piatti di piccole dimensioni disposti
sopra un letto di malta.
Impluvio. Nell'atrio della casa
romana vasca di forma regolare destinata a raccogliere le acque
piovane che cadevano e scolavano dal soprastante compluvio.
Imposta, Pulvino. Membratura
sporgente, sulla quale si appoggia l'arco, cioè dove nasce l'arco.
Dicesi anche imposta o pulvinare la superficie superiore dei piedritti,
da dove s'innesta la volta.
Incannucciata. Controsoffitto
formato da una camera d'aria compresa fra il soffitto e uno strato
di cannucce e di stuoie. Incassatura. Nicchia o solco per l'intersezione
di travi, colonne, montanti, etc.
Incatenatura. Collegamento effettuato
congiungendo due parti di una costruzione mediante sbarre di ferro
ancorate alla muratura.
Incavatura. Solco o infossatura
fatta nel legno, nella pietra, nei metalli.
Incavigliatura. Collegamento
degli elementi lignei di un traliccio o di una struttura, effettuato
per mezzo di speciali cunei in legno o ferro detti caviglie.
Incavo. Cavità, scanalatura.
Incerto. Vedi Costruzione
incerta.
Inchiavardatura. Sistema di
collegamento realizzato tramite l'uso di un tipo speciale di bulloni
(chiavarde).
Incisione. Tecnica consistente
nell'eseguire un tracciato su pietra o un disegno, mediante solchi
prodotti da acidi o strumenti a punta.
Inerte. Componente della malta,
fisicamente non attivo, di completamento volumetrico; variabile
a seconda del tipo di utilizzo, generalmente è costituito da sabbia
più o meno fine, pietrisco o similari, ma anche polvere di marmo
o cotto utilizzati per finiture superficiali.
Infisso. Opera di finitura predisposta
alla chiusura di vani di porte e finestre, costituita da un telaio
fisso e da elementi mobili. Iniezioni di cemento. Tecnica usata
per consolidare artificialmente terreni incoerenti in modo da renderli
più resistenti alla compressione e più idonei alla costituzione
di fondazioni di fabbricati, per rafforzare le fondazioni di edifici
pericolanti a causa di cedimenti del terreno, per restaurare muri
con malte degradate e in disfacimento.
Intaccatura. Incavo o gradino
praticato nel legno, pietra o altro materiale per collegarvi un
altro elemento che vi introduce ad incastro.
Intarsio. Opera decorativa a
disegni ornamentali ottenuta inserendo negli intagli preparati su
una superficie dura levigata (pietra, legno, avorio) elementi di
colore e di materia differenti.
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Intercolunnio.
Lo spazio tra colonna e colonna, misurata dall'estremità inferiore.
Il diametro delle colonne è adottato come unità di misura o modulo.
Secondo Vitruvio in base al rapporto tra intercolunnio e diametro
della colonna, distingue cinque tipi di templi, cioè; Pienostilo,
Sistilo, Eustilo, Diastilo ed Areostilo.
Intonachino. Finitura superficiale
dell'intonaco esterno, ottenuta attraverso la rasatura in spessore
(variabile da 2 a 5 millimetri) di una malta colorata composta da
calce aerea, polveri di marmo o altri inerti. La lisciatura è realizzata
direttamente nella stesura con cazzuola tradizionale, americana,
oppure con frattazzatura a legno.
Intonaco. Termine dai diversi
significati, l'intonaco è lo strato di malta, di spessore compreso
generalmente tra i 2 ed i 6 centimetri, che ricopre una superficie
o la struttura di un edificio. Inoltre il termine è riferito frequentemente
alla malta utilizzata per eseguirlo. La parola intonaco indica alcuni
dei vari strati che lo compongono, rinzaffo, intonaco di fondo e
intonaco a finire. Intonaco inoltre allude ad un tipo di rugosità
superficiale data dagli inerti e dalla finitura a frattazzo. Gli
intonaci lisciati, pur essendo costituiti dagli stessi componenti,
vengono denominati stucchi. Questa molteplicità di significati,
diffusinell'uso corrente, generano spesso equivoci ed imprecisioni;
l'utilizzo del solo nome non è sufficientemente chiaro, in quanto
non univoco.
Intradosso. Superficie interna di una volta o di un arco, detta
anche Imbotte. Superficie interna del vano di una finestra o di
una porta corrispondente allo spessore del muro; essa ha la forma
strombata, di pianta trapezoidale in modo da ridurre (anche ai fini
dell'illuminazione naturale) l'ingombro delle spalle laterali del
vano, all'interno dell'ambiente.
Ionico. Uno dei tre ordini dell'architettura
greca classica: le colonne sono più leggere e più snelle di quelle
doriche, con modanature concave e convesse, capitello con volute,
abaco sottile che si raccorda al fregio.
Ipetro, Iptero. Significa
scoperto. Vitruvio chiama così un tempio avente la cella o naos
scoperta, e nel suo interno due ordini di colonne l'uno sovrapposti,
aveva in genere dieci colonne di fronte. Un esempio di questa specie
di templi si vede nella città di Pesto.
Ipogeo. Ambiente sotterraneo
costituito da vani diversi tra loro comunicanti adibito ad abitazione
o a luogo di sepoltura.
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